LUGLIO 2015: PROSEGUE IL CONTO ALLA ROVESCIA PER GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO (SETTEMBRE 2015)

Prosegue il conto alla rovescia verso settembre 2015, quando all’Assemblea dell’Onu, a New York, si analizzeranno i risultati conseguiti nella lotta alla fame e alla povertà, si discuteranno i piani e gli obiettivi futuri, nonché gli impegni che la comunità internazionale vorrà assumersi per raggiungerli.

Un appuntamento fondamentale sia per chi si occupa di diritto al cibo, di problemi legati alla condizione umana e ai fenomeni di coesione sociale, sia per chi segue le vicende geopolitiche internazionali, i contesti di violenza e di conflittualità armata (vedi il documento base della Campagna), legati a doppio filo a quelli di impoverimento e di indigenza.

Per ognuno dei dieci mesi che ci separano dall’evento, proponiamo:

– una riflessione sui vari aspetti della nostra Campagna; – un’azione che renda visibile per tutti la riflessione sul tema, che sia segno di impegno concreto; – un’icona biblica collegata alla riflessione e all’azione, per radicare il nostro agire sulla Parola di Dio e nel contempo innalzarlo in una forma di preghiera.

Luglio 2015 (-3)

LA RIFLESSIONE

riflessione

riflessioneLa povertà e la fame, che attanagliano vaste aree del pianeta, non sono più tollerabili in un mondo interconnesso e globalizzato come il nostro. Secondo gli ultimi dati della FAO ci sono al mondo 795 milioni di persone che soffrono la fame, il 98% delle quali vive nei Paesi in via di sviluppo, principalmente in Asia (511 milioni) e Africa (232 mln). Ma come scrive uno dei fondatori della Teologia della Liberazione, padre Gustavo Gutiérrez Merino: “la povertà non è una fatalità”. Ossia, non dobbiamo accettarla come un dato di fatto ineluttabile. Si tratta pur sempre di “una creazione di noi esseri umani che concorriamo a crearla”, dice Gutiérrez. Siamo responsabili in gran parte dei presupposti sociali che la determinano, e quindi possiamo anche far in modo che diminuisca fino a sparire del tutto. La povertà è multidimensionale: non ha solo a che vedere con la mancanza di soldi, ma comprende l’aspetto culturale, razziale e di genere. La condizione femminile è spesso una condizione di maggiore povertà, ad esempio.

L’AZIONE

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azioneE’ per far fronte alle disuguaglianze e alle povertà crescenti che dal 13 al 16 luglio si terrà ad Addis Abeba la Terza Conferenza delle Nazioni Unite sui Finanziamenti allo Sviluppo. E’ un appuntamento importante perché i Paesi membri discuteranno di nuove modalità per mobilitare le risorse che sono necessarie ad imprimere un nuovo slancio nella mobilitazione internazionale sui nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Si tratta di un dibattito difficile, in questo tempo di crisi nel quale i paesi ricchi sembrano essersi dimenticati dell’impegno assunto per la mobilitazione dello 0,7% del PIL in favore dei Paesi poveri, ed in cui le risorse pubbliche per lo sviluppo vedono un continuo calo. La cooperazione, ancorata ai principi di efficacia, di accountability e di rispetto delle politiche nazionali, può rappresentare però ancora uno strumento significativo, ed è necessario richiedere ai governi dei paesi ricchi maggiore impegno in questa direzione. In un tempo di problemi globali, occorre maggiore incisività proprio nel proporre soluzioni di portata globale: tra le varie soluzioni proposte per aumentare le risorse a disposizione, introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie, ad esempio, è una opzione; è fondamentale inoltre un’azione sui flussi finanziari illeciti e sull’elusione fiscale, che sottraggono ai paesi più poveri quelle risorse che sarebbero invece già disponibili. Esiste inoltre il tema del ruolo degli operatori del settore privato nello sviluppo, che svolgono un ruolo chiave nella creazione di lavoro decente e rispettoso dei diritti umani, ma che devono operare in quadri di regolazione in grado di garantire il bene comune. Impegniamoci tutti su questo fronte, anzitutto informandoci su come andrà questo vertice mondiale, e in secondo luogo partecipando alle iniziative del terzo settore che chiede di aderire alle proposte sulla trasparenza della finanza e un commercio sano.

L’ICONA BIBLICA

Icona biblica

iconabiblicaCome diceva Giovanni Paolo II il bisognoso può esser visto come un fardello, oppure come <<un’occasione di bene in sé, la possibilità di una ricchezza più grande>>. E’ proprio questo messaggio di forte empatia che possiamo tenere a mente quando pensiamo alla fame di interi popoli, all’apparenza tanto distanti da noi. I capi di Stato e di governo del mondo più sviluppato dovrebbero considerare le nazioni povere non come fardello ma come ricchezza. Nella parabola evangelica del buon samaritano, il povero che si trova in strada è da evitare sia per il sacerdote che per il levita. Questi gli passano accanto senza ‘vederlo’. Mentre per il samaritano quell’uomo è un’occasione di grazia, perché gli consente di mettere a frutto la propria umanità. E dunque, restituisce molto di più in termini di ricchezza d’anima.

 

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